lunedì 26 settembre 2011

Malefemmene currunt

Li peggio omini con le peggio femine, questo le non fraintendibili parole che un eventuale osservatore spaziotemporale si troverebbe a dover proferire, qualora un incauto cronista fosse animato dalla malsana idea d'avere un parere ripulito da sciovinismi e conflitti d'interessi su quello sguaiato trojajo a cielo aperto che è diventata la penisola italica. Un incessante brulicare di vermi schifosi ai piedi di un trono vuoto, mentre una non interrotta sfilata di puttanelle sfigate e dame di ex-cortesia si protende verso gli appartamenti privati d'ogni freno inibitore di quello che un tempo sarebbe stato solo il giullare di corte o, al limite, il nano da bugiardino incaricato di custodire i medicamenti e le pozioni magiche del Re. Forse fu lì l'errore della nobiltà: aver consentito libero accesso a quel mondo di canoscenza, senza preoccuparsi delle conseguenze dell'ingordigia e della curiosità, nonché di un atavico sentimento di rivalsa nei confronti delle rappresentanze ritte e fiere. Ma ora, con questo monstrum insediatosi nei gangli linfatici dell'apparato di potere, servirebbe un antidoto prodigioso, un filtro magico in grado di purificare l'aria dagli incombusti gas di scarico e l'acqua dalle gromme senectutis presidenzialis cum viagra medicamenta. Non basterà certo una semplice prolusione, poco più di un banale rimbrotto, a cancellare quasi vent'anni di schifezze e di sordide macchinazioni. Malatempora currunt e le malefemmene scorribanderanno ancora a lungo, finché ci saranno uomini senza dignità disposti a far loro il pieno di quelle portentose benzodiazepine che sono i pubici danari.

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